Dillo alla Luna: per tornare a sorridere liberi con nuove speranze

Ilaria è una donna dolce e forte, con uno sguardo accogliente e sincero, che porta con sé consapevolezza e speranza, proprio come l’associazione di cui fa parte: il centro antiviolenza Luna.” By Rosetta e Roberto

È una calda mattina di fine luglio quella in cui abbiamo appuntamento con Ilaria al centro antiviolenza Luna, a Lucca. Con Roberto ci troviamo davanti ad un bar e partiamo verso la sede dell’associazione che si trova in una villetta vicino al centro storico. Nella mia mente si affollavano pensieri spesso già fatti al sentire di notizie di oppressione e violenza, pensieri di incomprensione e rabbia, ma avevo ancora molto da capire ed imparare.

Quando si parla di coppia e di famiglia, il primo pensiero che viene in mente è normalmente un pensiero positivo, legato al sentimento di fiducia, protezione ed Amore, quello con la A maiuscola. Pensiamo a grandi storie romantiche, che spesso confluiscono nella formazione di una famiglia bella ed unita, come quelle che si vedono nelle pubblicità o nei film, ma in molti casi, in troppi purtroppo, non è così ed il sogno s’infrange in quello che diventa un incubo dal quale è davvero difficile uscire.

Ci vuole coraggio, tanto coraggio ad accettare che il proprio uomo non è quel principe azzurro che tanto si era sognato da bambine, ma un mostro, nient’altro che un mostro, Ed ancora più coraggio ci vuole per decidere di fuggire da quel mostro, che spesso ha creato nella sua donna una serie infinita di insicurezze e sensi di colpa. Per questo c’è l’associazione Luna, per accogliere ad aiutare le donne che si trovano in queste situazioni, per strapparle da quella vita che viola i Diritti Umani ed aiutarle a ricostruirne una nuova, sicura e libera, in cui ci sia ancora spazio per loro e per i loro figli.

E così capisco lo sguardo di Ilaria, che non ha la pesantezza di chi vive a contatto con persone che subiscono percosse, minacce e violenze, ma quello di una guerriera che può aiutare a ritrovare la speranza, i sogni, la strada per una vita giusta in cui ci si può realizzare, in cui i propri bambini possono fare una vita serena. La prima cosa che mi ha colpito di Ilaria è stato proprio lo sguardo, capace di far percepire in un attimo tutto questo. Ci ha accolto all’ingresso e, con lei e la sua collega, ci siamo andati a sedere in ufficio, dove abbiamo parlato un po’ e dove tanti dei miei pensieri hanno iniziato ad essere più chiari. Ho sempre pensato che la violenza verso la propria donna potesse essere il frutto di uno scatto incontrollato d’ira, magari dietro uso di alcool o di droghe, magari come frutto di un problema di equilibrio dovuto a malattie nervose, ma, in realtà, ci è stato spiegato che alla base di questa grandissima piaga sociale c’è un fattore molto più subdolo e potente, sul quale dobbiamo lavorare già con i nostri bambini: la cultura. Perché è proprio da certi retaggi culturali che si iniziano ad accettare meccanismi che poi possono essere esasperati sempre più, fino a diventare violenze. Per questo è necessario intercettare e correggere da subito questi meccanismi, che possono all’inizio sembrare innocui, ma che sono potenzialmente l’avvio di un crescendo che poi sarà difficile da fermare.

Uomo e Donna sono uguali, hanno stessi diritti e doveri: è un’affermazione che pare scontata, ma che così non è quando l’uomo vuole controllare la sua donna e non si tratta di gelosia, ma di limitazione della libertà. “La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni e sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica” (Convenzione di Istanbul), come è riportato nel dépliant dell’associazione Luna. Questo è il motivo per cui, accanto alle azioni a sostegno delle donne che si sono affidate e rifugiate da loro, i membri dell’associazione portano avanti incontri e seminari nelle scuole, per lavorare sul terreno, su quei retaggi culturali, che sono alla base di tutte le violenze. Ed allora ho capito che devo iniziare a fare cultura su mia figlia, a dare il giusto nome alle cose, a farle capire da subito che non è tenuta ad accettare alcun tipo di limitazione della sua libertà, che uomini e donne sono uguali, con stessi diritti e doveri, perché nessuno merita un mostro vicino a se, perché ogni donna ha il diritto di sognare e di vivere la propria famiglia con amore e rispetto. Ed allora ho capito la luce negli occhi di Ilaria, la luce della speranza e della gioia per ogni donna che riesce ad accompagnare per mano a ritrovare i propri sogni, la propria libertà, i propri diritti.

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