La signora Buscemi, della quale ero fisioterapista, mi ha contattato per chiedermi un’informazione:

voleva donare un defibrillatore a un’associazione ma non sapeva come fare, non conosceva né un negozio di questi apparecchi né un centro che ne fosse provvisto, sapeva solo che voleva fare quel tipo di donazione.

Ho preso questa richiesta come un dono perché stavo sviluppando e portando avanti l’idea di un nuovo sistema di donazioni e pensare di poter aiutare questa gentile signora e realizzare il suo progetto mi onorava e mi dava una carica immensa.

Ho preso in carico la questione e l’ho aiutata. Il caso ha voluto che mi sia giunta voce che un circolo vicino alla sua abitazione fosse sprovvisto di questo apparecchio salvavita. Per questo ho contattato il responsabile e gli ho spiegato la curiosa situazione.

Ne fu entusiasta perché era una cifra considerevole per l’acquisto e non erano ancora riusciti a raccogliere la cifra, avendo la consapevolezza dell’importanza.

Proprio nella passata stagione una persona alla sagra si era sentita male e fortunatamente non successe niente di grave ma pensarono che se avessero avuto un defibrillatore sarebbe stato tutto più sicuro.

In questo circolo, avendo tennis, bocce e il bar girano persone di tutte le età.

Per conto della signora Buscemi ho trovato il fornitore ed individuato il prodotto.